La stampa bianco nero per testare il foto-laboratorio

Personalmente conosco davvero tanti fotografi professionisti:

Fotografi professionisti bravissimi, bravi e modesti.
Fotografi che rispettano le regole della fotografia classica ma anche quelli che, contravvenendo ad ogni norma, ottengono immagini di grande impatto.
Fotografi che conoscono e tengono conto, anche col digitale, della latitudine di esposizione ma anche quelli che non ne hanno mai sentito parlare.
Fotografi degni di essere chiamati professionisti e fotografi, in genere assai mediocri, disposti anche a vendere sottocosto pur di “guadagnare” una commissione e credere di vincere così la concorrenza…

Non so se effettivamente vinceranno: chi vivrà vedrà!

Sono però certo che non possono essere tra quei fotografi che, ogni giorno, compiono ogni sforzo per migliorare la qualità delle loro immagini, alla ricerca continua di nuove tecniche e soluzioni da sperimentare, costantemente pronti ad offrire alla propria clientela belle immagini ben stampate con tecnica giclèe per restare “vivi” in un mercato assai inflazionato.

Il successo di uno studio può essere aiutato dai social o dal sito web, dalla posizione e dall’impatto dello studio, dalla dialettica e simpatia del fotografo, ma i clienti si aspettano belle immagini ben stampate! …magari su una carta FineArt!

Belle immagini ben stampate! Si, proprio così!

E se per fare l’albero ci vuole il seme, per fare belle immagini ci vuole il fotografo!

Poi sicuramente sono necessarie le attrezzature… e qui i fotografi (soprattutto i più modesti) sono carne e maccheroni per i denti di rappresentanti e fornitori.

Peccato che dopo aver posseduto e utilizzato l’ultimo (perchè l’ultimo è sempre meglio del precedente!) corpo macchina con cento miliardi di pixel, dotato dell’ultimo obiettivo, poi vogliano risparmiare un centesimo sulla stampa. No, no… non ho sbagliato! un centesimo di euro.

Quando partecipo a presentazioni dell’ultimo corpo macchina dal numero esagerato di pixel o di nuove lenti che promettono nitidezza senza precedenti, preferisco guardare le espressioni dei fotografi invitati a partecipare…
Le loro facce sono proprio come quelle dei bimbi che “vogliono” tutto!

Molti di questi acquisteranno il nuovo corpo macchina o la nuova ottica, dal costo decisamente importante, senza curarsi effettivamente di quanto questo potrà migliorare il proprio lavoro.

E magari sul loro tavolo da lavoro c’è un monitor generico, sicuramente non costruito per fare post-produzione fotografica e nella loro borsa il flash acquistato da Alibabà che ad ogni scatto varia la potenza!

Ed ecco che arriva il momento di testare questo meraviglioso corpo macchina che promette miracoli!

E da noi arrivano i files con tutti i colori del mondo per verificare l’ultimo acquisto ma soprattutto per testare il laboratorio.

Per testare l’affidabilità di un foto-laboratorio sarebbe sicuramente più utile inviare un file in bianco & nero (e tanti grigi):
E’ decisamente più facile – per un occhio poco allenato – valutare la neutralità di una stampa bianco nero ed accorgersi subito di una eventuale dominante di colore.

In realtà ottenere il bianco & nero neutro su una stampa FineArt o Giclèe è facile!
basta solo trovare un laboratorio di stampa FineArt che utilizzi il proprio profilo di stampa ottimizzato sulla propria stampante e ne verifichi la validità ad ogni cambio di lotto.