“A” COME ATLETI – OMBRIANO
UN RACCONTO CORALE
Se c’è una caratteristica che emerge sempre quando ci si confronta con lo sport questa è l’epicità. La si sente nel profondo quando lo si pratica, la si coglie nelle pagine dei pochi che ne sanno scriverne con maestria, la si ritrova nelle riprese di quei film dove il ritmo del racconto sa toccare le corde più segrete delle nostre emozioni. Più difficile è farla emergere nell’immagine fotografica anche se alcuni fotogrammi – la partenza di Jessie Owens alle Olimpiadi di Berlino del 1936, l’arrivo di Livio Berruti a quelle di Roma del 1960, i pugni chiusi di Tommie Smith e John Carlos sul podio di Città del Messico nel 1968, il diretto con cui nel 1974 Muhammad Alì sconfigge George Foreman – conservano una straordinaria capacità evocativa. Chi punta il suo obiettivo sul mondo dello sport sa benissimo di dover incontrare molte difficoltà tecniche legate alla necessità di cogliere il momento giusto e di farlo coniugando rapidità di esecuzione e gusto compositivo, ma proprio per questo la sfida diventa ancor più affascinante.
Lo sanno bene Renato Barbàra, Marco Castagna, Gianluca Degli Innocenti, Marco Mariani, Pietro Mognetti e Fabiano Venturelli, componenti del Fotoclub Ombriano-Crema che hanno deciso di misurarsi con un tema intrigante e delicato come quello dello sport praticato dalle persone disabili. Passando con la stessa appassionata curiosità dal basket in carrozzella al tennis, dall’handbike al nuoto, dal calcio all’atletica, i fotografi hanno realizzato un racconto corale di grande impatto: evitando con abilità il rischio di ogni retorica del pietismo, si sono rapportati con le molte discipline sportive cambiando registro per adeguarsi di volta in volta alle loro diverse caratteristiche pur mantenendo un comune filo conduttore. Davvero degno di nota il fatto che hanno deciso di firmare collettivamente questo lavoro sottolineando così la piena condivisione, progettuale prima ancora che estetica, della ricerca e facendo in modo che i personali approcci al soggetto (che pure ai più attenti osservatori saranno visibili) vadano ad arricchire il risultato finale. Ne risulta un panorama avvincente capace di guidarci alla scoperta dell’intensità con la quale lo sport viene vissuto come occasione di affermazione e rivalsa ma anche come proposta niente affatto minore rispetto a quella praticata dai normodotati.
“A come Atleti” è una proposta che si muove consapevolmente su più piani passando da quello descrittivo a quello simbolico, che alterna le visioni d’assieme alla sottolineatura dei particolari, che ora si sofferma sui momenti di più intenso agonismo e ora coglie gli istanti in cui a dominare è l’emozione, che sa alternare i segni della tensione richiesta dal gesto atletico e le espressioni di gioia suscitate dai risultati raggiunti. Nasce così un percorso dove tutte le fotografie sanno raccontare istanti irripetibili (l’allungo di un tennista, il sinuoso movimento di un nuotatore, il momento di concentrazione prima della gara e quello dell’arrivo) diventando così tappe di un percorso sempre avvincente.
Roberto Mutti
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